data management platform | white rabbit

Oggi si fa un gran parlare di raccolta dati, profilazioni e segmentazioni, e le ragioni sono così ovvie che non ne faremo oggetto di questo articolo. È nostra intenzione, invece, entrare tra le pieghe di alcune delle nuove tecnologie più in auge di questo tempo, come, appunto, le cosiddette Data Management Platform, o più semplicemente DMP.

In un altro articolo di questo blog – lo ricorderete – ne avevamo fatto cenno in merito alle differenze con i sistemi di Customer Data Platform. Riprederemo qualche distinzione per scopi didattici e per facilitare la comprensione dello stesso argomento.

 

DMP: una buona definizione

Dal blog di Gartner ritroviamo una definizione basata sulle funzionalità delle DMP:

[una DMP]. . . fornisce la necessaria, ma in qualche modo inosservata, funzione di raccolta, traduzione, classificazione, indicizzazione e archiviazione dei dati. È la parte “idraulica” del marketing basato sui dati online.

Se, da un lato, svolge il ruolo di a) importazione dei dati (dei clienti), su un altro versate ci permette di b) identificare una audience (tramite la segmentazione) e di c) restituirci un delivery degli stessi dati (per pianificare le nostre campagne, per esempio). Come schematizzato proprio da Gartner, il processo funziona più o meno così:

Il modello di Gartner: dati, segmentazione e invio istruzioni.

 

Dallo schema alle funzionalità di una DMP

Ma se la definizione (e lo schema) di Gartner non vi hanno chiarito ancora le idee su cos’è una Data Management Platform proviamo ad approfondire ancora spulciando le sue funzionalità. Una DMP trasforma milioni di dati raccolti da diverse fonti e li organizza per ottenere informazioni rilevanti grazie a un processo basato su algoritmi.

Il suo canale di funzionamento è, per così dire, doppio:

  • Parte dall’installazione del codice nelle pagine di un sito web come fonte di informazione;
  • Le raccoglie, elaborandole, per poi cederle ai server dedicati agli annunci pubblicitari.

In buona sostanza, le DMP ci permettono di “dialogare” con enormi database che matchano i nostri dati con quelli presenti nel sistema. L’obiettivo è trovare nuovi utenti-clienti su proprietà di terze parti. I nostri dati (di prima parte) entrano così in contatto con i dati esterni (detti di terza parte).

 

La ricerca e le proiezioni

L’ultima ricerca di grandi società di analisi come ExchangeWire Research e Weborama intitolata State of the European Data Management Platform market: media usage already mature, but the evolution is not complete ha stimato che, entro quest’anno, il 92% tra agenzie media, inserzionisti e publisher europei implementerà una DMP.

Naturalmente, i modelli cloud incentrati sul Software-as-a-Service hanno contribuito notevolmente alla diffusione di queste tecnologie. Ma i dati ottenuti da chi ne ha fatto un uso pioneristico sono stati più che decisivi nel tracciare questa via, tra presente e futuro.

La ricerca rivela, infatti, che oltre il 75% di coloro che già utilizzano una DMP sono riusciti a correggere il tiro delle proprie campagne e indirizzarle a un target più preciso.

 

DMP vs Customer Data Platform

Molti di voi avranno già avanzato l’ipotesi della profonda similarità tra una CDP e una DMP (Data Management Platform). Per un verso, la risposta è sì, le due tecnologie (tre se aggiungiamo anche un paragone con un CRM) sono simili perché si tratta sempre di raccolta e gestione di dati. Ma qual è il discrimine essenziale che ci permette di distinguerle? Il modo più semplice è quello di focalizzare la nostra attenzione sulla tipologia di dati “trattati” dalle due (o tre) piattaforme.

Ricapitolando e andando oltre:

  • il loro focus principale riguarda le azioni di marketing;
  • utilizzano dati sia di prima sia di seconda parte;
  • le loro azioni si concentrano sulla conversione e sulla fidelizzazione dei clienti;
  • l’unificazione dei dati (che possono provenire anche da terze parti) sono un surplus ma anche una caratteristica distintiva (come abbiamo visto sopra);
  • raccolgono tutti i dati degli utenti in un unico luogo accessibile da più fonti e rivolto a più canali di comunicazione;

Le CDP sfruttano tutto il loro potenziale nella creazione di una singola visione cliente ma, soprattutto, rendono possibile l’acquisizione di tutte le conoscenze necessarie per farlo. Vi riproponiamo di seguito lo schema di econsulancy:

Rispetto a una DMP o ai CRM, il vantaggio di lavorare con una Customer Data Platform è visibile per quanto riguarda, in particolare, l’unificazione dei dati dei clienti e la cosiddetta real-time capability (la capacità di un dispositivo o sistema di rispondere istantaneamente a un comando o input). E non è tutto.

 

La tecnologia CDP di White Rabbit

White Rabbit è una CDP che non ha bisogno di alcuna configurazione e nessun ulteriore costo esterno. Non si tratta di uno “strato” o un “bus” di dati da aggiungere al tuo ecosistema web attuale, o al tuo insieme di piattaforme digital (siti, social, mail etc.) ma è una Customer Data Platform integrata.

In altri termini, con la nostra suite otterrai la visione dei dati del cliente in automatico, senza alcuna aggiunta di costi o configurazione. Troverai risposte a domande quali:

  • qual è l’attuale valore (e quello futuro) di questo cliente?
  • in quali contesti preferisce interagire?
  • quali sono le sue preferenze e qual è la sua customer journey?

Un grande vantaggio per il tuo business online, no?

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